Puzza e compost impianto del Maserot sempre nel mirino

SANTA GIUSTINA. Nel mirino finiscono le modalità con cui in questi anni il Comune di Santa Giustina ha gestito le ripetute sollecitazioni giunte sugli impianti del Maserot dal Comitato di cittadini che ha il referente in Michele Dalla Sega, nonché i rapporti che lo stesso Comune intrattiene con Dolomiti Ambiente in merito agli odori emessi dall’impianto e dallo sversamento del compost soprattutto sui terreni agricoli comunali, e in quelli dei comuni limitrofi. Ed è lo stesso Michele Dalla Sega a reiterare le perplessità comitato, anche alla luce dell’indagine in corso da parte della Forestale sullo smaltimento dei rifiuti organici urbani.
«Nel tempo», afferma Dalla Sega, «i cittadini hanno segnalato più volte verbalmente all’amministrazione le anomalie legate al funzionamento dell’impianto di smaltimento rifiuti del Maserot. L’assessore Viecili ha successivamente comunicato che sarebbe stata coinvolta una ditta del trevigiano garantendo così uno stoccaggio limitato. Rimangono le perplessità legate alle varie bonifiche effettuate sui liquami, considerando che il sito si trova su un terreno ghiaioso adiacente al torrente Cordevole con pericolosità idraulica riconosciute dal Piano di Bacino».

Sigilli alla discarica della cartiera: 7 indagati per traffico illecito di rifiuti

Cartiera Reno De Medici - Villa Santa Lucia 26/01/2016

Sono sette gli indagati per reati in materia ambientale nell'inchiesta aperta dalla Procura di Roma sulla discarica della cartiera Reno De Medici di Villa Santa Lucia. Tra costoro, oltre ai vertici dell'azienda, anche tecnici e consulenti, dirigenti e funzionari della Provincia e lo stesso commissario straordinario Giuseppe Patrizi che, attraverso suoi legali - gli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola - ha fatto sapere di essere sereno. In grado, al più presto, di chiarire ogni cosa.
La contestazione per gli indagati, a vario titolo e per funzioni  diverse, è legata al traffico illecito di rifiuti. Un'ipotesi che avrebbe sostanziato anche l'intervento della Dda di Roma che attraverso il Nipaf del Corpo Forestale dello Stato ha fatto scattare i sigilli alla discarica della cartiera.
Le indagini su richiesta del Pm della Dda di Roma - la dottoressa Palaia - hanno portato direttamente nello stabilimento di Villa Santa Lucia, dove è scattato il sequestro di natura preventiva per la discarica costruita e autorizzata per lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla cartiera. Indagini serrate sulle autorizzazioni. 

Buco nell'acqua GSP e il famoso 'collegio dei saggi'


Slitta al 15 novembre il rinnovo dei vertici di Bim Gsp, previsto inizialmente per il 30 settembre 2011.  Lo ha deciso il gruppo di lavoro formato da alcuni sindaci con il compito di trovare il modo per restituire ai Comuni il controllo sul servizio idrico integrato, dopo la bufera che si è scatenata sul caro-acqua.   Il “collegio dei saggi”, composto da due rappresentanti per ogni vallata, uno per l’Aato, uno per il Comune di Belluno e un altro per Feltre, è costituito da: Alberto Graz (Sappada) e Mario Manfreda (Lozzo) per il Cadore, Renzo Gavaz (Agordo) e Oscar Troi (Colle Santa Lucia) per l’Agordino, Ennio Vigne (Santa Giustina) e Roger De Menech (Ponte nelle Alpi) per Feltre-Alpago e Valbelluna. Per l’Aato il sindaco di Chies d’Alpago, Loredana Barattin. Per il Comune di Belluno è stato individuato l’assessore Tiziana Martire e per quello di Feltre Gianni Moretta.

Indagine Procura distrettuale antimafia sullo smaltimento rifiuti dei Maserot

BELLUNO. Movimenti sospetti nel piazzale di Dolomiti Ambiente. Inizia così l’indagine del Corpo Forestale dello Stato coordinata alla Procura distrettuale antimafia di Venezia, competente per reati ambientali, che giovedì è arrivata alla fase dell’udienza preliminare.
La procura veneziana ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque persone - tra cui l’ex presidente di Dolomiti Ambiente Giuseppe De Biasi - per traffico illecito di rifiuti: sono accusati di aver smaltito in modo irregolare rifiuti organici, sversandoli dopo averli trattati in un campo di Mel.
Le indagini del Corpo forestale sono iniziate nel 2012, quando la società era amministrata da De Biasi, e continuate nel 2013. Nel mirino degli inquirenti il percorso del digestato liquido proveniente dal trattamento anaerobico dei rifiuti organici urbani. Una specificicazione importante, dato che a differenza di altri tipi di digestato quello proveniente dal rifiuto organico urbano non può essere utilizzato in agricoltura: come rifiuto, seppur di matrice organica, non può essere impiegato come concime e deve essere trattato con appositi procedimenti.

Utilizzo del biodigestato dei Maserot in campo agricolo


Almeno fino il 2012, le sostanze derivanti da biodigestione di Forsu dei Maserot non erano ancora classificate per legge come fertilizzanti, ma come semplici “rifiuti speciali non pericolosi”, ciò nonostante sono da sempre stati utilizzati in agricoltura.
L’agricoltura può trarre beneficio dal biodigestore del Maserot (Bl)? Quello che oggi è un costo può trasformarsi in una risorsa? Veneto Agricoltura e Dolomiti Ambiente ci credono.
Il progetto pilota e i primi dati relativi alla sperimentazione di questa idea rivoluzionaria, che durerà almeno tre anni, saranno presentati in una conferenza stampa giovedì 8 agosto alle ore 11,00 nella sede dell'Amministrazione provinciale di Belluno (Via San Lucano 7).

In sintesi: Veneto Agricoltura e Dolomiti Ambiente, in collaborazione con il dipartimento Dafnae (Agronomy, food, natural resources, animals, environments) dell'Università di Padova hanno iniziato una sperimentazione sulle possibilità di utilizzo in campo agricolo del digestato liquido, ovvero il residuo della fermentazione dei rifiuti organici, compiuta all'interno dell'impianto di biodigestione anaerobica dell’azienda bellunese del Maserot a Santa Giustina bellunese. Come detto, un progetto pilota rivoluzionario che mira a individuare tecniche e condizioni di utilizzo per far sì che il digestato possa essere utilizzato come ammendante in campo agricolo.

Maserot, cessano le ostilità via libera al ristoro 2016

Santa Giustina ottiene un riconoscimento per l’impianto di trattamento rifiuti Vigne: «Abbiamo dovuto pagare degli avvocati, un costo per tutti»
BELLUNO. Pochi minuti per chiudere una questione che si trascinava da oltre un anno. I Comuni della provincia di Belluno hanno deciso di riconoscere al territorio di Santa Giustina, che ospita l’impianto di trattamento rifiuti del Maserot, un ristoro di 5 euro a tonnellata per il 2016. Ma sulla gestione dei rifiuti in provincia di Belluno ci sono ancora molti nodi da sciogliere.
È stato questo il tema portante dell’assemblea dei sindaci convocata ieri a palazzo Piloni. All’ordine del giorno c’era la trasformazione di Dolomiti Ambiente, attualmente una spa, in srl. L’atto di indirizzo è stato votato favorevolmente dall’assemblea dei sindaci ma l’incontro, in realtà, è stata l’occasione per chiarire la delicata questione del ristoro ambientale per il Comune di Santa Giustina. Una vicenda che affonda le sue radici negli anni ’70 e che ha portato alla costruzione nel Comune di Santa Giustina di un impianto di smaltimento rifiuti con un sacrificio per la comunità locale che, ricorda il sindaco Ennio Vigne, doveva essere ripagato con un ristoro economico. Possibilità contemplata anche dalla legislazione regionale e che si conclude, nel novembre 2014, con una transazione tra la Provincia di Belluno, socia di maggioranza di Dolomiti Ambiente (la società che gestisce l’impianto), e il Comune: la cifra pattuita è 5 euro a tonnellata, l’accordo vale per gli anni 2013 e 2014.

Maserot, il giudice riduce la cifra bloccata

Contenzioso tra Dolomiti Ambiente e il Comune di Santa Giustina sul ristoro ambientale: si passa da 160mila a 60mila euro

BELLUNO. Nuovo capovolgimento di fronte nel contenzioso tra Dolomiti Ambiente e il Comune di Santa Giustina, da mesi i guerra per il ristoro ambientale dell'impianto del Maserot.
Il giudice civile del Tribunale di Belluno, Fabio Santoro, ha sciolto la riserva riconoscendo le ragioni della società: Santa Giustina non può pretendere più di quanto Dolomiti Ambiente abbia incassato dagli enti conferitori.
Quindi il giudice ha sospeso la provvisoria esecutività dei decreti ingiuntivi, pronunciati dal collega Coppari che aveva disposto il pagamento di oltre 160 mila euro bloccando due conti correnti della società.
Sono state cioè accolte le ragioni di Dolomiti Ambiente che, riguardo al ristoro ambientale, si limita a svolgere un ruolo di mero esecutore, come in una "partita di giro".

Operaio ferito, direttore e azienda assolti

Santa Giustina, il lavoratore aveva subito l’amputazione di una falange dopo un incidente in cartiera 
SANTA GIUSTINA. Un dito perso in cartiera. Per l’incidente sul lavoro del 3 giugno di quattro anni fa è stato assolto il direttore Francesco Canal, di conseguenza non c’è l’illecito amministrativo per l’incolpata Reno De Medici di Santa Giustina. L’accusa era quella di lesioni colpose sopportate dall’operaio A.V.: il pm Rossi aveva ritenuto dimostrata le responsabilità penale dell’imputato, chiedendo una condanna a sei mesi di reclusione, vista anche la prognosi superiore ai 40 giorni per la falange dell’anulare. Quanto all’azienda, 15 mila euro erano da ritenersi sufficienti in caso di riconosciuta colpevolezza.

Incidente sul lavoro alla Cartiera di Santa Giustina per il quale è a processo il direttore dell’azienda

SANTA GIUSTINA. Un dito ferito, l’altro mezzo amputato e il terzo scuoiato. Un grave incidente sul lavoro capitato a Ermes Antonio Da Lan, alla Cartiera Reno De Medici di Santa Giustina, per il quale si trova a processo per lesioni personali colpose il direttore dello stabilimento Francesco Canal. La diagnosi dei medici è stata trauma da schiacciamento della mano destra, con il coinvolgimento delle tre dita e la prognosi superiore ai 40 giorni, nel corso dei quali l’operaio non ha potuto lavorare nel reparto allestimento dell’azienda.