Santa Giustina ottiene un riconoscimento per l’impianto di trattamento
rifiuti Vigne: «Abbiamo dovuto pagare degli avvocati, un costo per
tutti»
BELLUNO. Pochi minuti per chiudere una
questione che si trascinava da oltre un anno. I Comuni della provincia
di Belluno hanno deciso di riconoscere al territorio di Santa Giustina,
che ospita l’impianto di trattamento rifiuti del Maserot, un ristoro di 5
euro a tonnellata per il 2016. Ma sulla gestione dei rifiuti in
provincia di Belluno ci sono ancora molti nodi da sciogliere.
È
stato questo il tema portante dell’assemblea dei sindaci convocata ieri a
palazzo Piloni. All’ordine del giorno c’era la trasformazione di
Dolomiti Ambiente, attualmente una spa, in srl. L’atto di indirizzo è
stato votato favorevolmente dall’assemblea dei sindaci ma l’incontro, in
realtà, è stata l’occasione per chiarire la delicata questione del
ristoro ambientale per il Comune di Santa Giustina. Una vicenda che
affonda le sue radici negli anni ’70 e che ha portato alla costruzione
nel Comune di Santa Giustina di un impianto di smaltimento rifiuti con
un sacrificio per la comunità locale che, ricorda il sindaco Ennio
Vigne, doveva essere ripagato con un ristoro economico. Possibilità
contemplata anche dalla legislazione regionale e che si conclude, nel
novembre 2014, con una transazione tra la Provincia di Belluno, socia di
maggioranza di Dolomiti Ambiente (la società che gestisce l’impianto), e
il Comune: la cifra pattuita è 5 euro a tonnellata, l’accordo vale per
gli anni 2013 e 2014.
Ma nel 2015 i rapporti tra la Provincia e il
Comune di Santa Giustina si fanno più tesi: non tutti i conferitori
pagano il ristoro ambientale previsto per Santa Giustina, che decide di
ricorrere al tribunale amministrativo regionale: i giudici danno ragione
al Comune. Nel frattempo rimane aperta la questione relativa al 2015. A
fine anno la Provincia azzera il ristoro previsto per Santa Giustina,
che minaccia di impugnare il provvedimento al Tar.
Ieri, alla
fine di un acceso dibattito, i Comuni hanno deciso di accogliere la
proposta della presidente della Provincia Daniela Larese Filon, che ha
fissato a 5 euro a tonnellata il ristoro per il 2016 prevedendo,
inoltre, che siano i singoli Comuni a pagare direttamente la cifra a
Santa Giustina, senza passare per Dolomiti Ambiente. La società si
limiterà ad effettuare un conteggio tecnico dell’ammontare del ristoro.
«Potevamo fare questa riunione nel 2015» commenta Vigne, «invece così
abbiamo avuto un mancato introito di 150 mila euro e abbiamo dovuto
pagare avvocati, un costo per tutti. Rinunciamo ad impugnare l’atto
della Provincia di fine 2015 ma è chiaro che c’è bisogno di un tavolo
con Dolomiti Ambiente: ci sono Comuni che non pagano la loro quota, e
non solo quella relativa al ristoro, e vorrei sapere chi li controlla».
Al di là del ristoro ambientale per Santa Giustina, il Maserot sembraun vaso di Pandora appena socchiuso: ai Comuni conviene conferire i
loro rifuti lì? Vogliono farlo? Questioni legate a doppio filo alla
costituzione dell’autorità di bacino proprio sul tema dei rifiuti, un
ente imposto dalla Regione. Ma il tempo stringe e all’appello mancano
ancora 18 Comuni.
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