Slitta al 15 novembre il rinnovo dei vertici di Bim Gsp, previsto inizialmente per il 30 settembre 2011. Lo ha deciso il gruppo di lavoro formato da alcuni sindaci con il compito di trovare il modo per restituire ai Comuni il controllo sul servizio idrico integrato, dopo la bufera che si è scatenata sul caro-acqua. Il “collegio dei saggi”, composto da due rappresentanti per ogni vallata, uno per l’Aato, uno per il Comune di Belluno e un altro per Feltre, è costituito da: Alberto Graz (Sappada) e Mario Manfreda (Lozzo) per il Cadore, Renzo Gavaz (Agordo) e Oscar Troi (Colle Santa Lucia) per l’Agordino, Ennio Vigne (Santa Giustina) e Roger De Menech (Ponte nelle Alpi) per Feltre-Alpago e Valbelluna. Per l’Aato il sindaco di Chies d’Alpago, Loredana Barattin. Per il Comune di Belluno è stato individuato l’assessore Tiziana Martire e per quello di Feltre Gianni Moretta.
Prelievo Fiscale
Indagine Procura distrettuale antimafia sullo smaltimento rifiuti dei Maserot
BELLUNO. Movimenti sospetti nel piazzale
di Dolomiti Ambiente. Inizia così l’indagine del Corpo Forestale dello
Stato coordinata alla Procura distrettuale antimafia di Venezia,
competente per reati ambientali, che giovedì è arrivata alla fase
dell’udienza preliminare.
La procura veneziana ha chiesto il
rinvio a giudizio per cinque persone - tra cui l’ex presidente di
Dolomiti Ambiente Giuseppe De Biasi - per traffico illecito di rifiuti:
sono accusati di aver smaltito in modo irregolare rifiuti organici,
sversandoli dopo averli trattati in un campo di Mel.
Le indagini
del Corpo forestale sono iniziate nel 2012, quando la società era
amministrata da De Biasi, e continuate nel 2013. Nel mirino degli
inquirenti il percorso del digestato liquido proveniente dal trattamento
anaerobico dei rifiuti organici urbani. Una specificicazione
importante, dato che a differenza di altri tipi di digestato quello
proveniente dal rifiuto organico urbano non può essere utilizzato in
agricoltura: come rifiuto, seppur di matrice organica, non può essere
impiegato come concime e deve essere trattato con appositi procedimenti.
Utilizzo del biodigestato dei Maserot in campo agricolo
Almeno fino il 2012, le sostanze derivanti da biodigestione di Forsu dei Maserot
non erano ancora classificate per legge come fertilizzanti, ma come
semplici “rifiuti speciali non pericolosi”, ciò nonostante sono da sempre stati utilizzati in agricoltura.
L’agricoltura può trarre beneficio dal biodigestore del Maserot (Bl)? Quello che oggi è un costo può trasformarsi in una risorsa? Veneto Agricoltura e Dolomiti Ambiente ci credono.
Il progetto pilota e i primi dati relativi alla sperimentazione di questa idea rivoluzionaria, che durerà almeno tre anni, saranno presentati in una conferenza stampa giovedì 8 agosto alle ore 11,00 nella sede dell'Amministrazione provinciale di Belluno (Via San Lucano 7).
In sintesi: Veneto Agricoltura e Dolomiti Ambiente, in collaborazione con il dipartimento Dafnae (Agronomy, food, natural resources, animals, environments) dell'Università di Padova hanno iniziato una sperimentazione sulle possibilità di utilizzo in campo agricolo del digestato liquido, ovvero il residuo della fermentazione dei rifiuti organici, compiuta all'interno dell'impianto di biodigestione anaerobica dell’azienda bellunese del Maserot a Santa Giustina bellunese. Come detto, un progetto pilota rivoluzionario che mira a individuare tecniche e condizioni di utilizzo per far sì che il digestato possa essere utilizzato come ammendante in campo agricolo.
Il progetto pilota e i primi dati relativi alla sperimentazione di questa idea rivoluzionaria, che durerà almeno tre anni, saranno presentati in una conferenza stampa giovedì 8 agosto alle ore 11,00 nella sede dell'Amministrazione provinciale di Belluno (Via San Lucano 7).
In sintesi: Veneto Agricoltura e Dolomiti Ambiente, in collaborazione con il dipartimento Dafnae (Agronomy, food, natural resources, animals, environments) dell'Università di Padova hanno iniziato una sperimentazione sulle possibilità di utilizzo in campo agricolo del digestato liquido, ovvero il residuo della fermentazione dei rifiuti organici, compiuta all'interno dell'impianto di biodigestione anaerobica dell’azienda bellunese del Maserot a Santa Giustina bellunese. Come detto, un progetto pilota rivoluzionario che mira a individuare tecniche e condizioni di utilizzo per far sì che il digestato possa essere utilizzato come ammendante in campo agricolo.
Maserot, cessano le ostilità via libera al ristoro 2016
Santa Giustina ottiene un riconoscimento per l’impianto di trattamento
rifiuti Vigne: «Abbiamo dovuto pagare degli avvocati, un costo per
tutti»
BELLUNO. Pochi minuti per chiudere una
questione che si trascinava da oltre un anno. I Comuni della provincia
di Belluno hanno deciso di riconoscere al territorio di Santa Giustina,
che ospita l’impianto di trattamento rifiuti del Maserot, un ristoro di 5
euro a tonnellata per il 2016. Ma sulla gestione dei rifiuti in
provincia di Belluno ci sono ancora molti nodi da sciogliere.
È
stato questo il tema portante dell’assemblea dei sindaci convocata ieri a
palazzo Piloni. All’ordine del giorno c’era la trasformazione di
Dolomiti Ambiente, attualmente una spa, in srl. L’atto di indirizzo è
stato votato favorevolmente dall’assemblea dei sindaci ma l’incontro, in
realtà, è stata l’occasione per chiarire la delicata questione del
ristoro ambientale per il Comune di Santa Giustina. Una vicenda che
affonda le sue radici negli anni ’70 e che ha portato alla costruzione
nel Comune di Santa Giustina di un impianto di smaltimento rifiuti con
un sacrificio per la comunità locale che, ricorda il sindaco Ennio
Vigne, doveva essere ripagato con un ristoro economico. Possibilità
contemplata anche dalla legislazione regionale e che si conclude, nel
novembre 2014, con una transazione tra la Provincia di Belluno, socia di
maggioranza di Dolomiti Ambiente (la società che gestisce l’impianto), e
il Comune: la cifra pattuita è 5 euro a tonnellata, l’accordo vale per
gli anni 2013 e 2014.
Maserot, il giudice riduce la cifra bloccata
Contenzioso tra Dolomiti Ambiente e il Comune di Santa Giustina sul ristoro ambientale: si passa da 160mila a 60mila euro
BELLUNO. Nuovo capovolgimento di fronte nel contenzioso tra Dolomiti Ambiente e il Comune di Santa Giustina, da mesi i guerra per il ristoro ambientale dell'impianto del Maserot.
Il giudice civile del Tribunale di Belluno, Fabio Santoro, ha sciolto la riserva riconoscendo le ragioni della società: Santa Giustina non può pretendere più di quanto Dolomiti Ambiente abbia incassato dagli enti conferitori.
Quindi il giudice ha sospeso la provvisoria esecutività dei decreti ingiuntivi, pronunciati dal collega Coppari che aveva disposto il pagamento di oltre 160 mila euro bloccando due conti correnti della società.
Sono state cioè accolte le ragioni di Dolomiti Ambiente che, riguardo al ristoro ambientale, si limita a svolgere un ruolo di mero esecutore, come in una "partita di giro".
Operaio ferito, direttore e azienda assolti
Santa Giustina, il lavoratore aveva subito l’amputazione di una falange dopo un incidente in cartiera
SANTA GIUSTINA. Un dito perso in
cartiera. Per l’incidente sul lavoro del 3 giugno di quattro anni fa è
stato assolto il direttore Francesco Canal, di conseguenza non c’è
l’illecito amministrativo per l’incolpata Reno De Medici di Santa
Giustina. L’accusa era quella di lesioni colpose sopportate dall’operaio
A.V.: il pm Rossi aveva ritenuto dimostrata le responsabilità penale
dell’imputato, chiedendo una condanna a sei mesi di reclusione, vista
anche la prognosi superiore ai 40 giorni per la falange dell’anulare.
Quanto all’azienda, 15 mila euro erano da ritenersi sufficienti in caso
di riconosciuta colpevolezza.
Incidente sul lavoro alla Cartiera di Santa Giustina per il quale è a processo il direttore dell’azienda
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