«Centraline fisse per l’aria e il rumore»

SANTA GIUSTINA. A distanza di sei anni il comitato popolare coordinato da Michele Dalla Sega e sostenuto da oltre cento cittadini residenti soprattutto nelle frazioni di Campo e Carfai ci riprova. Quella prima petizione dove si segnalava l'aumento del rumore urbano di fondo era stata il pretesto per una più generale richiesta di attenzione nei confronti della salute dei santagiustinesi con la richiesta di un monitoraggio costante non solo dell'inquinamento acustico, ma anche della qualità dell'aria con l'avvio di politiche dedicate da parte dell'amministrazione comunale e delle aziende.

Un' altro ponte sul Piave nei piani di Mel e Lentiai

LENTIAI. Un ponte che colleghi la Sinistra e la Destra Piave.
È questo il progetto più ambizioso del Pati Mel e Lentiai (il piano territoriale), tra l’altro adottato giusto nei giorni scorsi durante il consiglio comunale congiunto tra i due Comuni della Valbelluna.
Un ponte che si inserisce nell’idea di viabilità che taglierebbe i centri abitati e unirebbe le due sponde del Piave all’altezza di Santa Giustina e di Mel. Di Nave, per l’esattezza.
«È evidente l’importanza di poter dare velocità di movimento con strade esterne ai paesi che non disturbino la vita quotidiana ma che permettano di velocizzare il trasporto», spiega il sindaco di Lentiai Armando Vello, «quindi ben venga il prosieguo della circonvallazione in essere Mel-Lentiai e il relativo ponte che collega Mel con Santa Giustina. La viabilità invece vedrà mettere in sicurezza incroci pericolosi attualmente esistenti e si è sottolineato, ripeto, l’importanza del proseguo della circonvallazione che taglierà quindi i centri abitati».

Le perplessità del Comitato cittadini di Santa Giustina su Maserot

Il Comitato Cittadini Santa Giustina non è soddisfatto delle spiegazioni del presidente di Dolomiti Ambiente Luciano Bisiot in relazione alla situazione ambientale dell’Impianto di smaltimento dei rifiuti Maserot. “Verranno fatte delle bonifiche – si chiedono –  e se si di che genere?”
Non è piaciuta nemmeno la dichiarazione fatta alla stampa del presidente di Dolomiti ambiente laddove anticipa che  «Tra 15 giorni entrerà in funzione un nuovo apparecchio, un deplastificatore costato 65 mila euro, che dovrebbero essere coperti da bandi regionali, che permetterà di togliere la plastica in eccesso nella raccolta differenziata così da permetterci di produrre un compost di qualità, questo ci permetterà di mettere sul mercato parte del compost prodotto, che ora viene ceduto gratuitamente a chi ne fa richiesta. Così potremo guadagnare nuove risorse, permettendoci di ridurre i costi del servizio anche in maniera piuttosto consistente».
“Da ciò si intuisce – secondo il Comitato –  che fino ad ora la plastica in eccesso non veniva separata. Per quanto riguarda i dati qualitativi del compost, ad oggi abbiamo trovato solo i dati riguardanti la media Regionale e non quelli specifici dell’Impianto dei Maserot.

A PIEDI E IN BICI LUNGO IL PIAVE


L'idea non è nuova ma la realizzazione stenta a partire, per non dire che non è proprio presa in considerazione. Anche il gruppo di attivisti del M5S di Spresiano, paese rivierasco del trevigiano, rilancia il progetto di una pista ciclo-pedonale lungo tutto il corso del Fiume Piave: dalla foce a Cortellazzo, in comune di Jesolo(VE) fino alla sorgente a Sappada (BL).
Duecentotrenta kilometri circa attraverso le province di Venezia, Treviso e Belluno. Una via di comunicazione che potrebbe diventare meta ambita del turismo lento e responsabile, la possibilità di rilanciare l'economia turistica di queste zone, considerate anche le esperienze positive di realtà simili e simili come la pista ciclabile della Valsugana o il recupero dell'ex ferrovia Calalzo-Cortina-Dobbiaco.
Proprio quest'ultima si ricollegherebbe una pista lungo il Piave, appunto a Calalzo, creando cosi un percorso che dal mare porterebbe ai monti e volendo fino in Austria e Slovenia, ma anche fino a tutte le località raggiunte dalla fitta rete ciclabile austriaca e tedesca.
Nel 2010 una camminata svolta lungo il Piave da un attivista del gruppo e da alcuni amici, seguita poi da espeirenze simili e ben pubblicizzate dai media, voleva essere uno stimolo per le amministrazioni locali, che ancora non sembrano recepire l'importanza e le potenzialità del progetto.

Trasporto pubblico in provincia di Belluno

Facciamo pressione mediatica affinchè le Istituzioni affrontino e risolvano il problema dei trasporti ferroviari su tratte brevi e medie, sempre più a rischio, ma che sono quelle utilizzate dai cittadini. NON SERVE L’ALTA VELOCITÀ, SERVONO TRASPORTI LOCALI EFFICIENTI.
Un vero futuro può essere previsto per la ferrovia solo se la Regione Veneto accetterà di investire in essa, anche in una prospettiva di ampliamento complementare ed integrato alla gomma.
Per questo motivo ti chiediamo di inviare una mail di richiesta al Governo, al Parlamento, alla Regione agli indirizzi indicati sotto. AIUTACI AD AIUTARTI.
La provincia di Belluno sta vivendo una situazione critica relativa alla mobilità ferroviaria locale e all’orario cadenzato, che sta creando gravi disagi non solo a studenti e lavoratori pendolari, ma anche al turismo delle Dolomiti. I problemi sono legati alle mancanza di coincidenze fra i treni, all’assenza di coordinamento tra corse dei bus e treni, alla soppressione di corse serali, alla insufficiente manutenzione delle linee e delle stazioni. Inoltre, la linea Belluno-Calalzo, che serve sia la tratta Venezia-Calalzo che la tratta Padova-Calalzo, è interrotta per lavori all’altezza del comune di Perarolo, a circa 15 km nord di Calalzo, impedendo un agevole collegamento con il Cadore e le Dolomiti.
ISTRUZIONI
1) Scarica il documento word che trovi a QUESTO LINK
2) Completalo scrivendo il tuo nome e cognome alla fine (parte evidenziata in giallo)
3) Invialo come allegato a un’email con oggetto: MOBILITA’ PROVINCIA BELLUNO(o in alternativa copia-incolla il testo dal documento all’email)

Dolomiti Bellunesi in treno un'idea che piace

Forze sociali, comitati popolari e esponenti politici rilanciano la proposta di un anello ferroviario delle Dolomiti che toccherebbe le tre province di Trento, Bolzano e Belluno. Sono due le linee mancanti per creare questo percorso ideale, che secondo i promotori avrebbe un'elevata attrattiva turistica, oltre a rispondere a esigenze di trasporto locale.
Nella parte più meridionale, si tratterebbe di collegare la ferrovia della Valsugana con la città di Feltre, dove ci si connetterebbe alla linea Padova-Calalzo di Cadore. Da quest'ultima località bellunese, nel cuore delle Dolomiti, parte il secondo progetto che punta a far rivivere la storica strada ferrata che attraverso Cortina d'Ampezzo arrivava a Dobbiaco, congiungendosi alla linea della val Pusteria. La «Dolomitenbahn» fu inaugurata nel 1921 e chiusa definitivamente nel 1964: oggi larga parte del vecchio sedime è diventato una pista ciclabile e il nuovo treno correrebbe altrove, sempre circondato dai paesaggi incantati dei Monti Pallidi.

AUMENTO DELLE BOLLETTE ACQUA DI BIM GSP

Solo l’Amministrazione Comunale di Feltre ha espresso voto contrario all’approvazione dei documenti (bilanci) che recepivano questi aumenti. La stessa proposta di istituire un Organismo di trasparenza e di controllo del servizio idrico composto da cittadini, lavoratori ed organizzazioni sociali ed economiche del territorio, è stata respinta dalla maggioranza delle altre Amministrazioni Comunali socie in Bim GSP (i cittadini possono verificare chi ha votato e come).

La questione di fondo, rimossa, nel governo dell’acqua e direi di tutti i beni comuni è la “democrazia” , che vuol dire trasparenza e forme di gestione dei servizi pubblici di interesse generale, partecipate e controllate dai cittadini. A questo proposito è giusto richiamare, in sintesi, alcuni dati oggettivi per evitare la deriva populistica e demagogica dell’assenza di alternative e di spazi praticabili di cambiamento anche a livello provinciale:

L’incremento delle tariffe è stato definito da una delibera dell’Autority (AEEG) nazionale, condiviso dal nostro Ato e recepito da BIM GSP. Questi provvedimenti sono a nostro parere socialmente ed istituzionalmente inaccettabili e di dubbia legittimità in quanto eludono l’esito referendario, rappresentano una sorta di sanatoria retroattiva anche di debiti opinabili, eliminano il limite di prezzo del servizio trasformando i cittadini in clienti- bancomat che devono pagare in modo esponenziale anche eventuali inefficienze e responsabilità gestionali.