Solo l’Amministrazione Comunale di Feltre ha espresso voto contrario all’approvazione dei documenti (bilanci) che recepivano questi aumenti. La stessa proposta di istituire un Organismo di trasparenza e di controllo del servizio idrico composto da cittadini, lavoratori ed organizzazioni sociali ed economiche del territorio, è
stata respinta dalla maggioranza delle altre Amministrazioni Comunali
socie in Bim GSP (i cittadini possono verificare chi ha votato e come).
La questione di fondo, rimossa, nel governo dell’acqua e direi di tutti i beni comuni è la “democrazia” , che vuol dire trasparenza e forme di gestione dei servizi pubblici di interesse generale, partecipate e controllate dai cittadini. A questo proposito è giusto richiamare, in sintesi, alcuni dati oggettivi per evitare la deriva populistica e demagogica dell’assenza di alternative e di spazi praticabili di cambiamento anche a livello provinciale:
• L’incremento delle tariffe è stato definito da una delibera dell’Autority (AEEG) nazionale, condiviso dal nostro Ato e recepito da BIM GSP. Questi provvedimenti sono a nostro parere socialmente ed istituzionalmente inaccettabili e di dubbia legittimità in quanto eludono l’esito referendario, rappresentano una sorta di sanatoria retroattiva anche di debiti opinabili, eliminano il limite di prezzo del servizio trasformando i cittadini in clienti- bancomat che devono pagare in modo esponenziale anche eventuali inefficienze e responsabilità gestionali.
Onde evitare opportunismi di circostanza e lacrime di coccodrillo è giusto chiarire che contro questo nuovo metodo tariffario dell’AEEG è stato immediatamente presentato ricorso al Tar della Lombardia unicamente da parte del Forum Acqua Bene Comune (del quale fa parte Acqua Bene Comune bellunese) e da Federconsumatori; entro fine mese dovrebbe esserci il primo dibattimento di merito. Per quanto riguarda il recepimento a livello territoriale degli incrementi tariffari ritengo giusto chiarire che solo l’Amministrazione Comunale di Feltre ha espresso voto contrario all’approvazione dei documenti (bilanci) che recepivano questi aumenti e lo abbiamo fatto con le motivazioni sopra riportate.
• Per ritornare al nodo centrale della democrazia è opportuno inoltre ricordare che anche la nostra proposta di rendere pubbliche le assemblee di Bim GSP e di istituire un Organismo di trasparenza e di controllo del servizio idrico composto da cittadini, lavoratori ed organizzazioni sociali ed economiche del territorio, è stata respinta dalla maggioranza delle altre Amministrazioni Comunali socie in Bim GSP (i cittadini possono verificare chi ha votato e come). Sin dal 2011 e dall’esito referendario abbiamo infine richiesto che si costruisse un percorso per cambiare modello societario gestionale del servizio idrico integrato passando da quello attuale, privatistico della SpA, all’Azienda Speciale Consortile pubblica, ma il fantasma dell’Ato non ha dato segni di vita né su questo né su altro.
Nella buia notte della gestione del servizio idrico integrato bellunese tutti i gatti possono sembrare neri, ma così non è.
di Valter Bonan - Assessore Partecipazione e Beni Comuni Feltre
Fonte: Bellunopiù
Pronta la causa civile contro Bim Gsp
BELLUNO. Ultima chiamata per gli utenti. Domani alle 18, nella sala parrocchiale di Cavarzano l’incontro dei rappresentanti di Sorgente trasparente con i cittadini, che pagano o faticano a pagare le bollette dell’acqua spedite da Bim Gsp e, in ogni caso, si lamentano. Un minuto dopo i saluti, gli avvocati dell’associazione Alberto Pagnoscin e Augusto Palese avvieranno l’annunciata azione legale, dopo il ricorso già presentato al Tar della Lombardia contro il rincaro del 29,4 per cento dell'acqua deciso dall’azienda che gestisce il servizio idrico provinciale, per cominciare a sanare il buco nell’acqua da 89 milioni di euro delle gestioni precedenti a quella attuale: 16,4 per cento di aumento, più 13 di adeguamento tariffario e gli interessi passivi dal primo gennaio di quest’anno al 31 dicembre 2020. In soldoni, si calcola una botta per famiglia tra i 1.000 e i 1.200 euro, che può essere lo stipendio mensile di un lavoratore dipendente: «Una delle armi vincenti sarà senz’altro la nostra unione, nel combattere questo illecito» promette Simona Lorenzon, dopo aver raccolto le firme all’enoteca da Ciccio e in giro per negozi ed edicole e costruito quella che si chiama class action.
Palese e il suo collega del Foro di Venezia hanno l’incarico di andare fino in fondo: «Partiremo con una causa di tipo civilistico, mentre stiamo sempre aspettando la risposta da parte del Tar. A questo punto, sarà il giudice a decidere se il metodo con cui Bim Gsp calcola le bollette è legittimo o meno. Noi siamo fermamentre convinti che non lo sia, ecco perché stiamo per promuovere questa causa, sulla base di tutti gli elementi che abbiamo raccolto e le segnalazioni che ci sono pervenute. Nel frattempo, abbiamo cercato d’informare gli utenti di tutte le nostre vallate, ricevendo la solidarietà di molti enti e istituzioni, tra le quali anche alcune Regole, naturalmente della parte alta della provincia. Non siamo soli, in altre parole, e questo è molto confortante, almeno da un certo punto di vista».
Sorgente trasparente è partita con il sostegno di numerosi cittadini, ma potrebbe anche fermarsi prima di chiedere le chiavi del tribunale e far indossare le toghe: «Non nascondo che ci piacerebbe risolvere la questione in maniera diversa e più pacifica. Sono convinto che sarebbe meglio mettersi attorno a un tavolo con i rappresentanti di Bim Gsp e trovare un accordo al di fuori delle aule di giustizia. Mi rendo conto che posso anche sembrare un illuso o addirittura un sognatore, invece che un avvocato, ma questa potrebbe essere la soluzione migliore e credo che potrebbe fare scuola a livello nazionale. Nel Veneziano, una cosa del genere è successa, di conseguenza non sarebbe niente di stravagante, anzi la conferma che si possono ammettere i propri sbagli di gestione, tentando di rimediare in qualche maniera. Non so se sarà possibile, ma un tentativo lo farei, a patto che la controparte ammetta di essersi sbagliata e di non poter scaricare sulle spalle dei consumatori il peso
degli errori, che sono stati commessi. Ad ogni modo, partiamo con grande fiducia, nella speranza di vincere una battaglia sostenuta dalla consapevolezza di dover avere a cuore le esigenze dei cittadini. A maggior ragione, in un momento di crisi ecomica, che già mette in difficoltà la gente».
Fonte: Corriere delle Alpi Gigi Sosso
Pronta la causa civile contro Bim Gsp
BELLUNO. Ultima chiamata per gli utenti. Domani alle 18, nella sala parrocchiale di Cavarzano l’incontro dei rappresentanti di Sorgente trasparente con i cittadini, che pagano o faticano a pagare le bollette dell’acqua spedite da Bim Gsp e, in ogni caso, si lamentano. Un minuto dopo i saluti, gli avvocati dell’associazione Alberto Pagnoscin e Augusto Palese avvieranno l’annunciata azione legale, dopo il ricorso già presentato al Tar della Lombardia contro il rincaro del 29,4 per cento dell'acqua deciso dall’azienda che gestisce il servizio idrico provinciale, per cominciare a sanare il buco nell’acqua da 89 milioni di euro delle gestioni precedenti a quella attuale: 16,4 per cento di aumento, più 13 di adeguamento tariffario e gli interessi passivi dal primo gennaio di quest’anno al 31 dicembre 2020. In soldoni, si calcola una botta per famiglia tra i 1.000 e i 1.200 euro, che può essere lo stipendio mensile di un lavoratore dipendente: «Una delle armi vincenti sarà senz’altro la nostra unione, nel combattere questo illecito» promette Simona Lorenzon, dopo aver raccolto le firme all’enoteca da Ciccio e in giro per negozi ed edicole e costruito quella che si chiama class action.
Palese e il suo collega del Foro di Venezia hanno l’incarico di andare fino in fondo: «Partiremo con una causa di tipo civilistico, mentre stiamo sempre aspettando la risposta da parte del Tar. A questo punto, sarà il giudice a decidere se il metodo con cui Bim Gsp calcola le bollette è legittimo o meno. Noi siamo fermamentre convinti che non lo sia, ecco perché stiamo per promuovere questa causa, sulla base di tutti gli elementi che abbiamo raccolto e le segnalazioni che ci sono pervenute. Nel frattempo, abbiamo cercato d’informare gli utenti di tutte le nostre vallate, ricevendo la solidarietà di molti enti e istituzioni, tra le quali anche alcune Regole, naturalmente della parte alta della provincia. Non siamo soli, in altre parole, e questo è molto confortante, almeno da un certo punto di vista».
Sorgente trasparente è partita con il sostegno di numerosi cittadini, ma potrebbe anche fermarsi prima di chiedere le chiavi del tribunale e far indossare le toghe: «Non nascondo che ci piacerebbe risolvere la questione in maniera diversa e più pacifica. Sono convinto che sarebbe meglio mettersi attorno a un tavolo con i rappresentanti di Bim Gsp e trovare un accordo al di fuori delle aule di giustizia. Mi rendo conto che posso anche sembrare un illuso o addirittura un sognatore, invece che un avvocato, ma questa potrebbe essere la soluzione migliore e credo che potrebbe fare scuola a livello nazionale. Nel Veneziano, una cosa del genere è successa, di conseguenza non sarebbe niente di stravagante, anzi la conferma che si possono ammettere i propri sbagli di gestione, tentando di rimediare in qualche maniera. Non so se sarà possibile, ma un tentativo lo farei, a patto che la controparte ammetta di essersi sbagliata e di non poter scaricare sulle spalle dei consumatori il peso
degli errori, che sono stati commessi. Ad ogni modo, partiamo con grande fiducia, nella speranza di vincere una battaglia sostenuta dalla consapevolezza di dover avere a cuore le esigenze dei cittadini. A maggior ragione, in un momento di crisi ecomica, che già mette in difficoltà la gente».
Fonte: Corriere delle Alpi Gigi Sosso
Nessun commento:
Posta un commento