Un' altro ponte sul Piave nei piani di Mel e Lentiai

LENTIAI. Un ponte che colleghi la Sinistra e la Destra Piave.
È questo il progetto più ambizioso del Pati Mel e Lentiai (il piano territoriale), tra l’altro adottato giusto nei giorni scorsi durante il consiglio comunale congiunto tra i due Comuni della Valbelluna.
Un ponte che si inserisce nell’idea di viabilità che taglierebbe i centri abitati e unirebbe le due sponde del Piave all’altezza di Santa Giustina e di Mel. Di Nave, per l’esattezza.
«È evidente l’importanza di poter dare velocità di movimento con strade esterne ai paesi che non disturbino la vita quotidiana ma che permettano di velocizzare il trasporto», spiega il sindaco di Lentiai Armando Vello, «quindi ben venga il prosieguo della circonvallazione in essere Mel-Lentiai e il relativo ponte che collega Mel con Santa Giustina. La viabilità invece vedrà mettere in sicurezza incroci pericolosi attualmente esistenti e si è sottolineato, ripeto, l’importanza del proseguo della circonvallazione che taglierà quindi i centri abitati».

Anche altri sono i temi sviluppati nel documento urbanistico che prospetta una “rivoluzione” territoriale tra i due paesi e che ha trovato tutte d’accordo anche le forze politiche in consiglio che hanno votato, tra le altre cose, all’unanimità il punto: quindi sia da maggioranze che dalle minoranze consigliari.
«L’unanimità è segno evidente che il piano è stato ben concertato ben costruito e ben progettato, stante anche il fatto che la progettazione è durata molti anni», spiega sempre il sindaco Vello, «a Lentiai era iniziata ancora durante l’amministrazione Tremea. Lungo il percorso sono state apportate al piano di allora le indicazioni precise di Provincia, regione, genio civile e altri enti. La concertazione, quindi è stata massima e totale. In quest’ottica l’amministrazione ha dato indicazioni precise in considerazione della morfologia del territorio, del numero di abitanti e tenendo in considerazione la qualità della vita dei suoi abitanti. Le indicazioni hanno tenuto in considerazione la necessità di un’ottica sociale, cioè la possibilità di costruzione di nuovi nuclei famigliari attaccati agli esistenti. Quest’ottica sociale favorirebbe la stanzialità delle famiglie».
E dunque la sicurezza di una continuità di abitanti, con tutto quel che può derivarne in futuro.
Uno sguardo è andato anche alle aziende sparse sul territorio.
«Per quello che riguarda l’industria, artigianato e attività produttive», spiega Vello, «si è tenuta in considerazione la possibilità di ampliare le strutture qualora l’economia riprendesse quota e di mettere in sicurezza quei siti attualmente non regolarizzati. Sono state prese in considerazioni anche aree non solo di balneazione ma anche di ricreazione e sport per favorire tutte le attività giovanili. Grande attenzione è data al territorio e soprattutto al Piave e alla sua pericolosità in caso di alluvione, così come è stata data attenzione alla montagna per la ristrutturazione dell’esistente, evitando la possibilità che ci siano speculazioni».
Fonte: Corriere delle Alpi

Nessun commento:

Posta un commento