SANTA GIUSTINA. Una volta i clacson dei camion, un’altra volta i
cicalini dei mezzi meccanici. Rumori necessari, nell’economia di lavoro
di uno stabilimento come la cartiera Reno de Medici, ma che diventano
molesti se si sentono anche a centinaia di metri di distanza.
(Lettera di Segnalazione alla Direzione Stabilimento)
(Lettera di Segnalazione alla Direzione Stabilimento)
Contro
questo disturbo - catalogato esplicitamente alla voce inquinamento
acustico - si ribella un gruppo di cittadini riunito in comitato, che
all’inizio di ottobre ha scritto una lettera al direttore della cartiera
e che ora torna alla carica perché il primo appello è caduto
inascoltato. «Questi rumori disturbano le normali occupazioni della
gente, soprattutto quelle intellettive, e di notte non consentono di
riposare», denuncia il comitato. «Ci siamo mobilitati per chiedere la
tutela della quiete pubblica e dell’ambiente in materia di inquinamento
acustico, rivolgendoci alle istituzioni e alle associazioni dei
consumatori».
Al direttore dello stabilimento il comitato aveva
chiesto di intervenire per ridurre il problema, per esempio tarando su
volumi più bassi il suono dei cicalini dei mezzi impiegati nello
stabilimento, installando pannelli fonoassorbenti, insonorizzando i
macchinari o adottando filtri. E si erano spinti oltre, segnalando
l’esistenza di nuove tecnologie radar che consentono di evitare allarmi
sonori. «Siamo anche disponibili a fare una donazione alla Cartiera per
comprare nuovi cicalini», ironizza il comitato. «Tanto costano poche
decine di euro».
Fonte: Corriere delle Alpi - 14 novembre 2013
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