Con l'apertura della variante Piz-Gron, l'Anas non ha più alibi per ritardare i lavori di allargamento del ponte di Bribano.
Con l'apertura della variante Piz-Gron, l'Anas non ha più alibi per ritardare i lavori di allargamento del ponte di Bribano.
Lo dicono anche alzando un po' la voce i sindaci di Sedico e Santa Giustina, ma lo ribadisce anche il consigliere regionale Sergio Reolon.
Non sono parole vane, quelle che si diffondono dal ponte sul torrente Mis che collega Piz e Gron. Un ponte largo 10 metri, dove le auto transiteranno in tutta sicurezza. Non succede così a Bribano, dove ogni volta che si incrocia una corriera o un camion il cuore manca un battito. Quel ponte è stretto, troppo, lo si dice da anni. E ormai la gente è stanca di aspettare, di vedere le reti arancioni da cantiere che circondano l'area dei lavori ma i mezzi che rimangono parcheggiati inanimati.
I lavori si sono fermati di nuovo, e non se ne conosce la ragione. Non la sanno neanche gli amministratori, che a questo punto minacciano una nuova azione eclatante: «Abbiamo chiesto un incontro urgente all'Anas, per conoscere il cronoprogramma dei lavori», spiega il sindaco di Sedico Roberto Maraga, che si è confrontato con il collega di Santa Giustina Ennio Vigne su questa spinosa vicenda. «Se non risponderanno entro una manciata di giorni siamo pronti a occupare il ponte». Lo avevano già fatto, nel giugno del 2011, per sollecitare l'avvio di un intervento che è diventato vitale per il traffico della Valbelluna. Allora qualcosa avevano ottenuto: la consegna dei lavori, in settembre, all'azienda che aveva vinto l'appalto. È passato un anno e mezzo, e oltre alla bonifica bellica e qualche lavoro preparatorio, nulla è stato fatto. Adesso la pazienza è finita: «Da oggi l'Anas non ha più alibi. I lavori sul ponte di Bribano devono procedere celermente», conclude Maraga. Che ieri, fra Piz e Gron, ha informato del problema anche il prefetto: «Siamo stanchi di aspettare e di non sapere come procedono le cose», chiude il sindaco di Sedico. «La gente è stanca di aspettare. Adesso basta». (a.f.)
<Fonte Corriere delle Alpi 07 Maggio 2013>
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