Se si dovessero trovare errori potrebbe partire una azione di responsabilità verso il Cda uscente
Nei primi sei mesi dell'anno, infatti, il macchinario che trasforma i rifiuti in energia elettrica ha lavorato a metà e il consiglio di amministrazione si era cautelato mettendo da parte una cifra che sarà usata quest'anno a copertura della perdita.
BELLUNO. La Provincia vuole vederci chiaro nel bilancio di Dolomiti Ambiente. Durante l'assemblea dei soci di martedì è stato approvato il consuntivo 2012, che presenta una perdita di esercizio di 619 mila euro. Una cifra che non allarma Palazzo Piloni, perché il debito sarà coperto già quest'anno grazie alle somme accantonate quando si è capito che il biodigestore 'Impianto Maserot' non avrebbe prodotto tanta energia quanta ci si sarebbe aspettati.
Nei primi sei mesi dell'anno, infatti, il macchinario che trasforma i rifiuti in energia elettrica ha lavorato a metà e il consiglio di amministrazione si era cautelato mettendo da parte una cifra che sarà usata quest'anno a copertura della perdita.
«Inoltre ora il biodigestore sta funzionando molto bene», spiega Franco Roccon, riconfermato nel cda per Bim Gsp. «Sapevamo che sarebbero mancate risorse, anche perché molti Comuni hanno ridotto i conferimenti: la gente produce meno rifiuti, conseguentemente entrano meno sacchi di umido e secco al Maserot. E meno soldi».
La Provincia, comunque, vuole visionare tutti i documenti per capire se ci sono responsabilità imputabili al cda presieduto da Giuseppe De Biasi: solo dopo la verifica, qualora venissero accertati errori imputabili a qualcuno, si procederà con un'azione di responsabilità. Così prevede la legge quando una società porta in approvazione un bilancio che mostra una perdita di esercizio (lo puntualizzano, in Provincia: «non è un debito o un buco»). Non si quietano, però, le polemiche sulle nomine effettuate da Palazzo Piloni.
Oltre a Giuseppe De Biasi, che era il presidente di Dolomiti ambiente, non sono stati riconfermati né Massimiliano Ranieri né Denis Budel. Fuori anche Giuseppe Righetti (nominato da Acegas, socia con la Provincia e con Bim Gsp). Una vecchia prassi voleva che le nomine provinciali fossero “concordate” con l'amministrazione di Santa Giustina, Comune che ospita l'impianto di smaltimento del Maserot.
Il sindaco Ennio Vigne si dice «stupito e allibito» per gli esiti dell'assemblea. «Li ho appresi dalla stampa e non mi sembra un comportamento corretto», sbotta, pur con garbo. «Ricordo che l'impianto del Maserot ha sede sul territorio comunale di Santa Giustina, che ha sempre avuto un rappresentante nel consiglio di amministrazione. Sono profondamente stupito: è vero che non erano tenuti a dirmi nulla (si tratta di una consuetudine non scritta, una cortesia insomma, ndr), ma questo metodo non mi piace».
Vigne lo farà presente con una lettera che sarà inviata oggi a Palazzo Piloni, dove smorzano i toni della polemica: «Le persone nominate nel consiglio di amministrazione di Dolomiti ambiente hanno curriculum specifici per svolgere il compito loro assegnato. Condividere un nome con il Comune di Santa Giustina non è previsto dagli atti statutari».
Se c'era un accordo “politico”, in buona sostanza, il commissariamento dell'ente lo ha cancellato. «La gestione attuale si attiene alle regole giuridiche», chiosano in Provincia. Per quanto riguarda, infine, la vendita della società, al momento non ci sono offerte concrete, ma è arrivata una decina di manifestazioni di interesse. Diverse aziende e società italiane stanno richiedendo documenti, bilanci e la possibilità di fare un sopralluogo al Maserot, con l'obiettivo, qualora ritengano fattibile l'acquisto, di fare un'offerta. Il bando di gara scade alla metà di giugno. Allora si conoscerà il destino di Dolomiti ambiente.
Nessun commento:
Posta un commento