SANTA GIUSTINA. Solo gli incentivi statali, che poi sono i soldi che
tutti noi paghiamo in bolletta, rendono economico il progetto di
centrale a biomasse presentato dalla società trevigiana Bio Dolomiti. Ed
è questo che ha lasciato perplessi i presenti all’assemblea di venerdì
sera al centro culturale. Per il resto, l’impianto sembra non avere
alcuna giustificazione di esistere.
Lo ha fatto notare Vito
Tison, già vicesindaco all’epoca del progetto Sondel (progetto di una
decina di anni fa per una centrale a gas nel perimetro della cartiera, ndc),
che proprio in quell’occasione dimostrò le sue competenze in materia:
«Alla luce delle informazioni che abbiamo, questa è una di quelle
centrali che hanno senso solo con la cogenerazione, ovvero energia
elettrica abbinata al teleriscaldamento. Ma il progetto non prevede
questo secondo sfruttamento, anche perché in zona non ci sono realtà
tali da poterlo sfruttare. L’energia elettrica è componente minoritaria,
non va oltre il 40 per cento della resa energetica, ma addirittura i
dati progettuali danno l’idea di una resa al 16 per cento, che è davvero
uno spreco».
Ma tra i dati non scritti c’è la stima di circa 200
mila metri cubi di fumi emessi, quasi come se ogni cittadino di Santa
Giustina utilizzasse 25 quintali di legna all’anno per scaldarsi: di
fatto si stanno raddoppiando le emissioni del paese, e con la pesante
inversione termica che già caratterizza la Valbelluna, gli effetti sulla
qualità dell’aria potrebbero essere molto dannosi. Altri tecnici
esperti della materia presenti alla serata hanno portato il loro
contributo cercando di rendere tangibili i numeri del progetto: in tanti
hanno sottolineato l’anomalia di considerare “verde” questo tipo di
impianto, che invece ha un forte impatto sul territorio. Anche da parte
degli intervenuti è emersa comunque una volontà unanime di cercare di
fermare questo progetto.
Qualcuno ha proposto un referendum, ma il
sindaco Vigne ha risposto che di fronte a una posizione contraria così
unanime - come unanime è il parere del consiglio comunale - si può
andare avanti anche senza altre consultazioni. Il progetto dovrebbe
arrivare a breve alla Conferenza Tecnica Ambiente della Regione, ma il
fatto che la convocazione non sia ancora arrivata è un buon segno, vuol
dire che ci sono perplessità. Questa è l’unica sede in cui lavorare per
fermare il progetto, cercando di presentare tutte le criticità di
impatto che stanno emergendo. Da qui l’invito soprattutto a chi lavora
nel settore, a segnalare tutti gli elementi che possono supportare
tecnicamente una bocciatura del progetto. «È difficile, ma non partiamo
sconfitti», ha detto il sindaco.
«Proprio il precedente della
Sondel ci ha insegnato che, anche di fronte a un progetto che viene dato
per approvato, trovando gli elementi giusti si può arrivare a uno stop.
Il progetto Sondel non è mai stato formalmente bocciato, ma le
criticità segnalate hanno fatto desistere i proponenti. Se stavolta
riusciamo a portare avanti la discussione fino a febbraio, poi finiranno
gli incentivi e allora il progetto, proprio perché antieconomico,
probabilmente finirà in un cassetto». Ed è la speranza di tutti, perché
dopo lo sfruttamento indiscriminato dell’acqua non si inauguri un altro
ciclo nefasto di saccheggio del territorio.
Fonte: Corriere delle Alpi 12 Ottobre 2013
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