La
notizia è di quelle che fanno tremare i polsi… l’ISPRA (Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ci fa sapere che
il 65%
delle acque italiane è contaminato da pesticidi
e che in Veneto la situazione è ancora peggiore.
Nelle acque
superficiali venete sono state individuate 42
sostanze:
ci sono residui nel 74,8% dei punti al vaglio e nel 53,4% dei
campioni. Nelle acque sotterranee si riscontrano 13
pesticidi,
con residui nel 29,7% dei punti esaminati e nel 22,2% dei campioni
(cliccare qui per poter leggere il rapporto ISPRA)
Ma
quali sono i principali responsabili di tale contaminazione, che
minaccia salute e ambiente? Innanzitutto i diserbanti, in primis il
famigerato “glifosate”
(e prodotti della sua degradazione). Glifosate che, solo qualche mese
fa, è balzato agli onori della cronaca dato che l'Organizzazione
Mondiale della Sanità e lo IARC (Agenzia Internazionale per la
Ricerca sul Cancro) lo hanno classificato come “possibile
cancerogeno”. Il glifosate è molto usato in viticoltura, nella
coltivazione del mais e troppo spesso anche per il diserbo di strade,
cortili e spazi privati.