La grande meraviglia della Cartiera di Santa Giustina
La fabbricazione della carta
richiede investimenti in macchine complesse – Vediamo come nasce il
cartoncino per alimenti da carta totalmente riciclata in una grande
cartiera italiana.
A Santa Giustina, in provincia di
Belluno, c’è una cartiera che ha una macchina continua che sta per
compiere la bellezza di 45 anni. Non li dimostra affatto. E, anzi, di
anno in anno diventa sempre più in forma: più veloce e in grado di
sfornare un cartoncino patinato per imballaggio di qualità sempre
migliore. Grazie a una costante propensione agli investimenti della
proprietà – che oggi è del Gruppo Reno De Medici,
il primo produttore italiano ed il secondo europeo di cartoncino
ricavato da materiale riciclato – la macchina continua dello
stabilimento bellunese ha raggiunto il record di 872 tonnellate di
cartoncino prodotto in un giorno, contro le 240 per cui era stata
inizialmente progettata. Vedremo in queste pagine quali sono stati gli
ultimi interventi effettuati da Andritz (la multinazionale che si occupa
di linee complete e impianti per preparazione impasti e per la
produzione di carta) che hanno contribuito a raggiungere questo
risultato, le particolarità di una macchina continua che per la sua
concezione è unica nel panorama mondiale e in cosa consiste
l’investimento di 16 milioni di euro che durante il fermo macchina di
tre settimane tra dicembre 2013 e gennaio 2014 permetterà ai tecnici di
Andritz di effettuare importanti interventi sulla parte umida e il
montaggio alla fine delle seccherie di una calandra prototipo.
L’obiettivo è di aumentare ulteriormente la produttività, risparmiare
energia e migliorare la qualità di prodotto.
La cartiera
La storia della Cartiera di Santa
Giustina è lunga. Dopo una serie di passaggi di proprietà che si sono
succeduti negli ultimi decenni, nel 2008 vi è stata la fusione per
incorporazione delle attività europee di produzione di cartone riciclato
del Gruppo Cascades. In particolare in quell’anno Reno de Medici ha
ufficializzato l’integrazione con Cascades Italia, la controllata
italiana del colosso canadese, ed è stata creata una joint venture
commerciale (Careo) per la vendita di tutti i tipi di cartoncino sia da
fibra vergine sia riciclata. Prima della fusione, la multinazionale
canadese era presente sul mercato europeo da più di 20 anni mentre Reno
De Medici, dal 1967, era attiva soprattutto in Italia e Spagna. La
capacità produttiva di Reno De Medici è ora ripartita in vari
stabilimenti in Italia, Spagna, Francia e Germania.
La cartiera di Santa Giustina produce
cartoncino patinato per imballaggio destinato anche per il contatto con
alimenti (Ferrero è tra i suoi clienti). Nel 2012 sono uscite dalla
macchina continua dello stabilimento di Belluno 233.800 tonnellate di
cartoncino patinato con retro grigio, bianco o avana e con grammature
comprese tra i 230 e i 550 grammi al metro quadrato. Materiale prodotto
usando carta proveniente dalla raccolta differenziata italiana, dagli
scarti di lavorazione di aziende che trasformano la carta (come i rifili
degli stampatori, ad esempio) e dalle più svariate fonti di recupero
europee. Come nel caso dell’acquisto di carta riciclata da quotidiani
greci, che impiegano ancora una buona quota di fibre vergini.
La macchina continua
La macchina continua in funzione a Santa
Giustina è davvero particolare, come ci spiega a grandi linee Francesco
Canal, il direttore dello stabilimento. «Il cartoncino che produciamo è
fatto con nove strati formati da sei tamburi formatori per quanto
riguarda la parte centrale e da tre tele per copertina, sotto-copertina e
retro. Di solito le cartiere che fanno carta o fluting impiegano al
massimo due tele di formazione, mentre la nostra macchina continua, che è
disposta su tre piani, rappresenta in pratica la “sovrapposizione” di
tre cartiere. La parte che produce la copertina, che è simile a quella
che crea la carta da giornale, ha la sua linea dedicata per la
preparazione degli impasti, così come vi è una linea specifica per la
formazione del centro e una cassa di afflusso per il retro. Completano
l’equipaggiamento attuale della macchina, oltre ai sei tamburi e le tre
tele, una pressa a scarpa, una pressa convenzionale, una seccheria da 86
essiccatori, due patinatrici per la copertina e una patinatrice per il
retro. In allestimento sono operative due ribobinatrici e sei taglierine
con differenti caratteristiche a seconda del prodotto finito che si
vuole ottenere».
Cantiere aperto
Da sempre la cartiera di Santa Giustina è
un cantiere aperto. Un continuo “work in progress”, come sottolinea
Francesco Canal. Per quanto riguarda la collaborazione con Andritz, gli
ultimi interventi conclusi sono stati quelli dell’introduzione di una
calandra a caldo nel 2009 e dell’installazione, nel fermo macchina tra
dicembre 2010 e gennaio 2011, della cassa di afflusso e della tela di
copertina. Vediamo un po’ più in dettaglio quest’ultimo intervento,
prima di passare al nuovo investimento previsto per il prossimo
fermo-macchina natalizio. In pratica Andritz, in stretta collaborazione
con i tecnici della cartiera, ha ristrutturato la sezione umida per
aumentare sia la qualità di prodotto sia la produttività. Sono state
aggiunte una nuova cassa di afflusso (PrimeFlow SW) e di una nuova
tavola piana per la copertina, portando così a nove i formatori che
costituiscono l’attuale assetto della macchina. Queste modifiche hanno
richiesto la riconfigurazione della tela di trasferimento del retro
preesistente, munita ora di sistema a cantilever con profilo a C.
Interventi importanti, che dovevano essere completati in un arco di
tempo molto stretto. La macchina è stata arrestata il 20 dicembre 2010.
Durante i primi cinque giorni di fermo i tecnici hanno lavorato senza
sosta allo smantellamento dei vecchi dispositivi. Poi la ricostruzione
vera e propria, che si è svolta nei tempi previsti consentendo la
riattivazione della macchina continua l’11 gennaio 2011. L’intervento
consente ora alla cartiera di lavorare a una velocità operativa di 400
metri al minuto, ma potrebbe arrivare, come da progetto, a 505 metri al
minuto. Ed è stato il successivo aprile, a messa a punto terminata, che
lo stabilimento è riuscito a produrre le già citate 872 tonnellate in un
ciclo di 24 ore. Merito del team al lavoro e dei prodotti scelti,
affermano all’unisono cliente e fornitore. «Il disegno compatto della
cassa di afflusso PrimeFlow SW di ANDRITZ – spiega Vincenzo Melilli –
technological expert paper & board machine di Andritz – la rende di
facile installazione, un aspetto importante per le ricostruzioni. Un
distributore a stadi e un diffusore a lamelle generano micro-turbolenze
per ottenere il miglior grado di speratura e uniformità ottenibile. La
fabbricazione di precisione e la rigidità strutturale della cassa di
afflusso assicurano eccellenti profili trasversali di grammatura». Fino
ad oggi, Andritz ha venduto oltre 30 casse di afflusso di questo tipo
che, abbinate alla sezione di formazione PrimeForm, hanno un ruolo
cruciale per il conseguimento qualitativo. «La superficie del cartoncino
è migliore rispetto a prima – afferma Canal – e possiamo lavorare senza
lo strato di sotto-copertina risparmiando sulle materie prime».
Il nuovo investimento
Quello di due anni fa è stato il primo
passo dell’intervento ancora più ambizioso che verrà effettuato durante
le prossime festività natalizie, per il quale il budget previsto è di 16
milioni di euro. Un cifra importante, in un momento di mercato nel
quale le cartiere sono riluttanti ad investire. Il gruppo Reno De Medici
ha deciso di puntare molto sullo stabilimento di Santa Giustina e sulla
sua macchina continua nell’ambito di una strategia di concentrazione
che ha visto la chiusura recente di altri impianti a favore della
cartiera bellunese. «L’obiettivo specifico di questo intervento –
afferma Canal – è di migliorare ulteriormente la qualità e ridurre i
costi energetici, ma anche di ridurre i costi legati alle materie
prime».
C’è un forte attesa, sul mercato, per
l’installazione di questa calandra che fino a oggi ha dimostrato di
funzionare bene sull’impianto pilota di Andritz ma che non è mai stata
installata su una macchina continua di produzione. «Questo intervento –
spiega Melilli – andrà ad agire sulla carta base, quella che poi andrà
patinata, non sulla patinatura. Toglieremo i tamburi formatori per farli
diventare una tela di formazione equipaggiata di formatore ibrido, al
fine di migliorare le caratteristiche strutturali e meccaniche della
carta. Entrerà in gioco a questo punto la nuova calandra, PrimeCal Y,
che è un nuovo concetto di “liscia” sviluppato da Andritz.
Sostanzialmente combina due effetti: quello di lisciatura in un “nip”
caldo e il preriscaldamento del foglio sul cilindro mediante un
dispositivo sviluppato appositamente. Sarà la prima installazione
commerciale di questa tecnologia, ma sull’impianto pilota è da oltre un
anno che viene testata con ottimi risultati dal punto di vista del
lucido, del liscio e della preparazione della superficie base per la
patinatura successiva».
«La particolarità del nostro cartoncino –
aggiunge Canal – è che ha una superficie “matt” anziché “gloss”. A
differenza di altre macchine continue, la nostra non è infatti dotata di
monolucido, la cui presenza non ci avrebbe consentito di portare la
produzione da 240 a 700 e oltre tonnellate al giorno, migliorando
drenaggio, distribuzione del vapore e così via. Questo intervento è
volto a supplire la mancanza di questo grande cilindro nella seccheria,
che ha il compito di lisciare la carta prima della patinatura. Il fatto
di raggiungere lo stesso risultato senza la presenza di un monolucido,
che costringe chi lo ha a lavorare in pre- e post- seccheria per
aggiustare la velocità della macchina, sarà un primo grande risultato.
Questa innovazione, oltre a tradursi in un risparmio energetico e in un
aumento della qualità di prodotto, ci consentirà anche di eliminare la
fibra vergine ancora usata, perché con il sistema formato da calandra e
belt non otterremo il liscio distruggendo la struttura del cartoncino
schiacciandone la superficie con un carico eccessivo, ma otterremo il
lucido sfruttando il fenomeno della vetrificazione superficiale per
contatto con una superficie calda».
Fonte: Moreno Soppelsa http://www.soppelsa.it/la-grande-meraviglia-di-una-cartiera/
Fonte: Moreno Soppelsa http://www.soppelsa.it/la-grande-meraviglia-di-una-cartiera/
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